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Neurologia

Quale evoluzione del MCI?

  • Autore articolo Di alfamag
  • Data dell'articolo 27 Febbraio 2013
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Un lavoro pubblicato su Neuropsychology (link) ha valutato l’evoluzione clinica di 141 persone con MCI sia amnesico che non amnesico, a singolo o a multiplo dominio, seguiti per quattro anni. Allo scopo sono stati somministrati al basale e dopo due anni diciotto test e valutati sei diversi aspetti della cognizione esecutiva e le misure di funzionamento cognitivo e quotidiano. I risultati sono stati analizzati statisticamente per verificare se la cognizione esecutiva poteva prevedere la progressione di uno o più punti nella Clinical Dementia Rating Scale a livello univariato o nel contesto delle caratteristiche demografiche e cliniche, delle attività del vivere quotidiano e altri fattori neurocognitivi. A termine del periodo di 4 anni si è visto che il 56% dei pazienti con MCI è rimasto stabile, il 35% ha progredito nella CDR ≥ 1 e l’8% si è normalizzato (CDR = 0). I sottotipi di MCI amnesici non sono stati associati a più alti tassi di progressione verso la demenza, mentre i sottotipi con disabilità multiple lo erano. Otto delle 18 misure di cognizione esecutiva, comprese le tre misure per valutare l’inibizione di risposte, predicevano il risultato MCI a livello univariato. Tuttavia, il modello multivariato ha indicato che l’età, il funzionamento quotidiano e in generale il funzionamento cognitivo sono i migliori predittori della progressione verso la demenza.

Le misure di cognizione esecutiva (cioè il controllo inibitorio) sono associate all’esito del MCI. L’età e gli indici di deterioramento cognitivo e funzionale globali sono i migliori predittori di incipiente demenza.

  • Tag ADL, Alfonso Mauro, alzheimer, anziani, attività vivere quotidiano, CDRS, Clinical Dementia Rating, cognizione esecutiva, demenza, diagnosi, esperti, età, evoluzione, funzioni esecutive, IADL, malattia di Alzheimer, MCI, medici, memoria, Mild Cognitive Impairment, neurologo, ospedale, predittività, Salerno, San Leonardo

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