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I processi decisionali nel Parkinson (2/3)

Riprendendo il discorso del precedente post, uno studio con PET ha valutato le prestazioni dei pazienti in stadio precoce di malattia ed ha riscontrato che durante l’IGT i deficit nel circuito limbico-orbito-striatale sono associati a scadenti performance nello svolgimento del compito. Al tempo stesso il circuito dorsolaterale prefrontale-striatale ha dimostrato di essere relativamente indenne nei partecipanti allo studio. I pazienti con malattia di Parkinson che hanno uno scarso rendimento all’IGT sono tipicamente compromessi nei compiti ToM, come la lettura della mente negli occhi (RMIE) Come già accennato in precedenza (link), i deficit nel processo decisionale e ToM sono dissociati nei pazienti con variante comportamentale di Demenza Fronto Temporale. Allo stato attuale si ritiene che l’apparente associazione tra le disfunzioni del processo decisionale e le carenze ToM nei pazienti con malattia di Parkinson riflette il fatto che il compito RMIE misura in modo selettivo la componente affettiva della ToM, che è fortemente legata all’attività della corteccia prefrontale ventromediale. Alcuni sostengono che la disabilità nel processo decisionale dei pazienti parkinsoniani con performances cognitive altrimenti conservate, ad esempio con normale funzionamento esecutivo, si verifica perchè la disfunzione del circuito limbico aumenta quando gli altri circuiti limbico-prefrontali sono risparmiati. Probabilmente il fatto che i pazienti parkinsoniani hanno anche una ridotta conduttanza cutanea rispetto ai controlli durante l’esecuzione dell’IGT potrebbe riflettere un anomala attività dell’amigdala che è collegata alla corteccia orbito-frontale attraverso un circuito neuronale ed è essenziale per dare le risposte emotive. Uno studio condotto in 24 pazienti con Parkinson iniziale ha dimostrato che lo scarso rendimento all’IGT è accompagnata da una degenerazione dell’amigdala e della corteccia orbitofrontale, soprattutto nella sua porzione laterale dell’emisfero sinistro. Nonostante l’apparente accordo tra le conclusioni di cui sopra, è ancora controverso come il grado di deficit nella corteccia orbitofrontale prefrontale e la corteccia dorsolaterale prefrontale possano influenzare i processi decisionali nel Parkinson. Infatti, numerosi studi hanno dimostrato che il circuito dorsolaterale prefrontale-striatale è interessato nelle fasi iniziali di malattia, mentre il cirutito limbico orbitofrontale-striatale sembra essere risparmiato.

(Fonte Nature Review Neurology)

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