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Teatro Verdi – Stagione 2011-2012

Presentata la Stagione di Prosa 2011-2012. La stagione appare stanca se non fiacca, con alternanza di spettacoli di richiamo ad altri che non convincono, probabilmente condizionata dalle scarse risorse economiche del Teatro italiano e dall’attenzione prestata ai gusti, spesso provinciali, del pubblico salernitano.

  • L’inizio non è male con Sconcerto di Toni Servillo. Uno spettacolo di sicuro impatto e che sta riscuotendo grande successo.
  • Segue il solito Lello Arena in Don Chisciotte. Lo scomico napoletano sarà sicuramente Sancho Panza 0, fa lo stesso, l’asino del suddetto.
  • La doppietta micidiale vedrà, a seguire,  Massimo Ranieri con uno spettacolo dal titolo lunghissimo, presuntuoso e pretestuoso come oramai suo stile. Se avesse imparato a nuotare avremmo avuto la fortuna di non doverlo sentire cantare. Purtroppo il Teatro decreterà grande successo a questo Piter Nul, fratello minore di Peter Pan.
  • L’anno nuovo inizia con Massimo Lopez in uno spettacolo musicale, Varie-età, forse “riempitivo” della stagione. Il teatro è luogo anche di musica ma in una stagione musicale, non di prosa.
  • Segue Preziosi con Cyrano di Bergerac. L’attore continua la sua “educazione” recitativa e di regista propinandoci il suo Cyrano de Bergerac. Questa volta porterà anche i giovani talenti selezionati dalla sua scuola di teatro. Staremo a vedere.
  • Finalmente qualcosa di teatrale. Leo Gullotta in Le allegre comari di Windsor, spettacolo che ha riscosso grande successo di pubblico e di critica
  • A seguire Gabriele Lavia con la sua Colazione da Tiffany. L’anno scorso scandalizzò non pochi per la sua fisicità recitativa con forti richiami erotici. E l’opera era “Il Malato immaginario”. Si spera in un altro scossone al torpido pubblico salernitano.
  • Ancora un’incursione fuoritema. La danza con Bothanica. Lo spettacolo è stato ben criticato. Speriamo bene.
  • Nulla da dire sull’impegno civile di Giuseppe Ayala con Chi ha paura muore ogni giorno, appassionata narrazione dei suoi anni con Falcone e Borsellino, se non che eventi del genere andrebbero inseriti in programmi di pubblico dominio per l’educazione al senso civico. Ma forse l’intento nascosto dei programmatori è proprio questo.
  • Sergio Rubini con A cuore aperto riuscirà ad emergere dai meandri della sua non entusiasmante carriera?
  • Chiude Tato Russo con la sua riduzione teatrale de Il fu Mattia Pascal. Le critiche sono tutte lusinghiere, non si capisce bene se per rispetto all’attore o per la dichiarata riuscita, ancorchè difficile, riduzione teatrale

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