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La qualità dell’intervento nel Parkinson

Lo sforzo congiunto dell’ American Academy of Neurology, dell’American Board of Psychiatry and Neurology e dell’American Medical Association ha prodotto una serie di raccomandazioni per il miglioramento della qualità nella malattia di Parkinson. I risultati sono stati pubblicati su Neurology.

Interessante la metodologia seguita: l’esame della letteratura ha evidenziato 258 raccomandazioni da otto diverse linee guida nazionali ed un  documento di consenso. Ben ventidue neurologi esperti in disturbi del movimento hanno sottoposto ad un comitato di esperti una serie di racomandazioni che sono confluite in dieci misure. Facevano parte del pannello nove specialisti in disturbi del movimento, quattro rappresentanti di assicurazioni sanitarie, tre rappresentanti di associazioni di pazienti, due medici specialisti in codifica delle malattie, due facilitatori, due membri dello staff AAN, uno psichiatra, un neuropsicologo,  uno psicologo, un medico di famiglia e un neurochirurgo.

Di seguito le misure approvate:

  • revisione annuale della diagnosi di malattia di parkinson;
  • valutazione dei disordini o disturbi psichiatrici;
  • valutazione della disfunzione o compromissione cognitiva;
  • ricerca dei sintomi di disfunzione autonomica;
  • ricerca dei disturbi del sonno;
  • ricerca di  eventuali cadute;
  • valutazione opzioni riabilitative;
  • consulenza sulla sicurezza;
  • ricerca complicazioni motorie correlate alla terapia;
  • revisione del trattamento, medico o chirurgico.

A cosa e a chi serve quest’approccio? Innanzitutto misurare la qualità della cura è fondamentale per la programmazione dell’assistenza. Non solo in America, ma anche in Italia, l’accreditamento delle strutture, la quantificazione del rimborso, la certificazione dell’aggiornamento professionale sono tutti aspetti qualificanti per un’assistenza moderna che abbia a cura efficienza, efficacia, economicità, equità ed eticità delle prestazione. Avere cura (“to care”) di una persona o di una popolazione significa preoccuparsi in senso globale senza trascurare nessun aspetto (demografico, personale, professionale, relativo alla malattia e al suo trattamento).

2 risposte su “La qualità dell’intervento nel Parkinson”

i punti 5-6-9 riguardano la valutazione dei sitomi e della loro evoluzione
i punti 1 e 10 sono finalizzati alla revisione della diagnosi e del trattamento
il punto 8 è relativo alla prevenzione di eventuali complicazioni, cadute.
L’articolo è interessante per più aspetti. Dal punto di vista “medico” trovo fondamentale l’implementazione di una “multidisciplinarietà” che consenta il superamento di possibili discrepanze nella comunicazione fra operatori. Altrettanto importante è l’identificazione di cosa veramente è importante. Studi analoghi sono condotti anche in altri settori medici. Lo sforzo congiunto con discussioni su cosa veramente “serve” porta, è giusto così, ad un minimo comune di esigenze condivise da cui partire. Infine gli aspetti economici. Soprattutto in America si è molto attenti ad ottimizzare le risorse. Niente sprechi e niente omissioni. Ognuno deve sapere che avrà il massimo possibile, non in meno, non in più.
PS riposto, quanto prima, l’articolo e il commento sul forum così vediamo di allargare ed approfondire la discussione.

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