In un precedente post (link) si è evidenziata la cattiva prognosi legata alla solitudine. In questo si esporranno le proposte fatte dagli Autori del lavoro presentato all’A.A.A.S. nei giorni scorsi. Le relazioni sane si basano su tre dimensioni fondamentali: intimità, che viene dall’avere qualcuno nella vita che afferma chi sei, connessione relazionale, che deriva dall’avere contatti faccia a faccia che sono reciprocamente gratificanti e connessione collettiva, che deriva dal sentire che sei parte di un gruppo o un collettivo oltre l’esistenza individuale. Non è la solitudine o l’isolamento fisico in sé, ma piuttosto il senso personale di isolamento che è profondamente dirompente. Le persone anziane che vivono da sole non sono necessariamente sole se rimangono socialmente impegnati e godono della compagnia di coloro che li circondano; anche se alcuni aspetti dell’invecchiamento, come la cecità e la perdita dell’udito mettono le persone a un rischio particolare per diventare isolati e solitari
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