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Intersindacale medica

L’intersindacale medica chiede maggiore partecipazione delle organizzazioni mediche ai processi decisionali in corso in materia di Sanità Pubblica ed espone tutte le aree critiche e a rischio.

L’intersindacale medica protesta contro le difficoltà del settore, appellandosi al Governo e alle Regioni, In riunione congiunta hanno chiesto risposte alle “legittime e reiterate richieste” e minacciato “lo stato di agitazione” contro le condizioni di lavoro “sempre più gravose e rischiose”.
Non poco allarme ha provocato l’esclusione dei rappresentanti di categoria dal tavolo Stato-Regione che proprio in questi giorni sta lavorando al nuovo Patto per la Salute. Il timore espresso è che il Patto per la Salute diventi un “puro regolamento di conti”. Non ci sono più dubbi, è evidente a tutti, che “il peggioramento delle condizioni di lavoro, sempre più gravose e rischiose, la ricorrente invadenza legislativa che rischia di limitare la autonomia professionale, l’attacco alle casse previdenziali, l’assenza di volontà di separare politica e carriere professionali” sta minando le fondamenta del Sistema Sanitario.
Il Sindacato, in toto, è “preoccupato per la fase recessiva del Paese e della Sanità, oggetto di un definanziamento che ne mina la sostenibilità in tutte le Regioni” e che aumenta “l’insoddisfazione e il malessere” di medici.
Diventa pertanto urgente un nuovo Patto sociale con i professionisti. Solo così il nuovo patto per la Salute non sarà un freddo ‘“regolamento di conti’, fatto di manovre economiche che taglieranno sempre più i servizi, colpendo i cittadini meno abbienti, senza garantire equità e universalismo”.
Altri provvedimenti urgenti devono portare a miglioramento delle condizioni di lavoro, intervenendo sul blocco del turnover, sul rispetto dell’orario di lavoro e dei periodi di riposo, sull’obbligo di sostituzione delle assenze per gravidanza, sulla tutela dei lavoratori sottoposti a lavoro usurante. Anche i contratti atipici vanno ridimensionati e vanno stabilizzati i precari, Infine le aziende devono applicare la contrattazione decentrata e garantire il diritto alla libera professione, come all’Accordo Stato-Regioni del 2010.
Indispensabile, inoltre, “un atto legislativo che, a partire dalla definizione dell’atto medico, intervenga in tema di responsabilità professionale di fronte al crescere del contenzioso, alimentato da comportamenti opportunistici, da carenze organizzative e strutturali, da incaute norme legislative”.

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