Pubblicato sul Journal of the Federation of American Societies for Experimental Biology un articolo (link) che evidenzia come l’alfa sinucleina plasmatica nella sua forma fosforilata può essere utilizzata come marcatore della malattia di Parkinson. Che l’alfa sinucleina fosse presente a livello plasmatico e liquorale è nozione comune, tuttavia il suo utilizzo a fini diagnostici era stato fino ad ora inficiato dal ricorso a prove immunologiche che non distinguono tra forma monomerica o oligomerica, fosforilata o non fosforilata. Nel lavoro pubblicato sono stati utilizzati quattro diversi test per valutare le singole forme nel plasma di 32 pazienti con malattia di Parkinson (età media 68,2 anni) e 30 partecipanti sani di controllo ( coniugi di pazienti, età media 63 anni). Il prelievo è stato ripetuto quattro volte ai mesi 0, 1, 2 e 3. La diagnosi di malattia di Parkinson è stata fatta sulla base di criteri diagnostici della UK Parkinson’s Disease Society. I ricercatori hanno scoperto che i livelli di alfa-sinucleina totale variano notevolmente tra i singoli partecipanti (in un intervallo medio complessivo di 0,01-6 mg / mL) pur essendo “molto” coerenti nel tempo (almeno 3 mesi) in uno stesso individuo. Inoltre il livello medio di alfa-sinucleina fosforilata è risultato essere significativamente maggiore ( p = 0,053) nel gruppo dei pazienti rispetto al gruppo di controllo. Lo stesso non si è visto per l’alfa-sinucleina totale ( P = 0,244), l’oligo-alfa-sinucleina ( P = 0,221) e l’oligo-proteina fosforilata ( P = 0,181). I ricercatori sottolineano che le loro osservazioni sono preliminari e dovranno essere confermate in studi su più larga scala.
A tutt’oggi non abbiamo a disposizione un esame di semplice esecuzione, sensibile e specifico, per la diagnosi di Parkinson. Avere la possibilità, con un semplice esame del sangue, di superare questa possibilità potrebbe aiutarci non solo di escludere altre possibili cause di Parkinson ma anche di fare diagnosi precoce ed aiutare i pazienti e i loro caregiver ad affrontare tempestivamente i possibili problemi mentali, emotivi e comportamentali che la malattia può causare.