Categorie
Eventi

Settimana del cervello: come migliorare la memoria

E’ possibile migliorare la memoria? Da tempi memorabili, prima ancora che le neuroscienze assumessero l’importanza attuale l’uomo si è appassionato alla possibilità di migliorare questa importante funzione del cervello. Vari i metodi proposti. Di recente sul New England Journal of Medicine è stato pubblicato un articolo (link) che per la prima volta dimostra come la memoria possa essere migliorata mediante l’applicazione di una stimolazione elettrica direttamente nel cervello. Nello studio la corteccia entorinale del cervello veniva stimolata da un elettrodo impiantato in loco in pazienti epilettici in fase di preparazione per la chirurgia. Si è visto che le prestazioni in un gioco di guida virtuale che mette alla prova la memoria spaziale miglioravano nettamente. Lo studio non viene considerato conclusivo in quanto il numero di pazienti esaminati è scarso, solo sei, e perchè gli effetti biologici della stimolazione elettrica sono ancora poco noti. Tuttavia la zona interessata è proprio quella dove si ritiene possa iniziare la malattia di Alzheimer.
Già in passato l’apprendimento è stato migliorato con la stimolazione elettrica, molte volte nei roditori e almeno una volta in un essere umano, come effetto collaterale della stimolazione per un altro scopo. Nel 1980, i ricercatori stimolarono direttamente l’ippocampo, che è fondamentale nella formazione della memoria, ma la corrente interferiva con i nuovi ricordi.
Nel nuovo studio è stata stimolata una zona vicina, la corteccia entorinale che ora è al centro di intenso studio. Qui compaiono i primi segni di danno nella malattia di Alzheimer e la zona ha ricche connessioni con l’ippocampo, attraverso il quale trasmette i dati dell’esperienza quotidiana, si ritiene per la loro vagliatura e codifica.
Studi precedenti hanno identificato i neuroni della corteccia entorinale chiamati cellule griglia che sono coinvolti nella navigazione spaziale, ma non è ancora chiaro come si formano i ricordi spaziali o quali cellule sono più critiche.

articolo in originale sul  (link)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.