Memoria e memorie.
Pubblicato su PlosOne un articolo (link) che ha esaminato le differenze di richiamo di elementi memorizzati per via uditiva o visiva. La conclusione cui gli studiosi sono arrivati è che è più difficile ricordare ciò che ascoltiamo rispetto a ciò che vediamo o tocchiamo. La ricerca è stata condotta su un centinaio di studenti, con prove mirate alla memoria a breve termine utilizzando stimolazioni sonore, figure od oggetti che venivano presentati e che dovevano essere ricordati a distanza di tempo. Secondo gli studiosi è da ritenere che il cervello elabori le informazioni uditive in modo diverso rispetto alle altre. È possibile che il deficit di ritenzione uditivo osservato in questi esperimenti così come in studi precedenti rifletta una differenza nel grado in cui la memoria è supportata dalla cortecce peririnale ed entorinale. Se questo fosse vero, darebbe un contributo notevole ad una crescente mole di letteratura che suggerisce un ruolo specializzato delle cortecce rinali nel riconoscimento basato sulla familiarità. Infatti in molti degli studi sugli umani e i primati non umani che hanno riportato una relativamente scarsa performance uditiva i compiti sono tali che le prestazioni positive potrebbero essere conseguite facendo leva su una strategia di riconoscimento basato sulla familiarità. Tuttavia, sono necessari ulteriori esperimenti prima di questo punto di vista può essere pienamente convalidato. Ad esempio, gli studi di neuroimaging umani utilizzando le modalità di stimolo supplementari potrebbero rivelare se l’attivazione delle cortecce rinali è maggiore durante le prestazioni di memoria tattile e olfattiva rispetto a quella uditiva. In condizioni ideali, studi su pazienti con lesioni limitate alle cortecce rinali potrebbero essere utilizzati per determinare se i deficit di memoria riconoscimento sono stati osservati per stimoli uditivi. Studi sui primati non umani possono essere utili per determinare se le lesioni paraippocampali possoni compromettere la memoria di stimoli uditivi, come suggerito dagli studi sull’uomo. La memorizzazione ed il richiamo delle informazioni uditive potrebbe migliorare con metodiche combinate di stimolazione tattile ed uditiva.
Primates may have inferior retention capabilities for auditory events. Further, they imply that memory is to some extent modality dependent, which is likely a consequence of differences among neural pathways in which memoranda are processed. These views are not new; indeed, they have been held by memory researchers for over a century, and can be found in folk wisdom dating much earlier. For example, a common English translation of an old Chinese proverb states “I hear, and I forget… I see, and I remember.” In light of the current experimental data, this adage might be amended to include “touch” as an additional mode of superior memory.