Un articolo pubblicato su Neurobiology of Aging (link) evidenzia come lo pterostilibene, un derivato del resveratrolo, abbia capacità protettive dall’Alzheimer. Il meccanismo d’azione, tuttavia, rimane poco chiaro. Lo studio publicato è stato condotto sul topo SAMP8, che rappresenta un modello sperimentale di invecchiamento accelerato e che viene ritenuto attendibile per gli studi sull’Alzheimer. Inoltre sono stati studiati i marcatori di stress cellulare ed infiammazione noti per essere alterati nell’Alzheimer. Due mesi di dieta con pterostilbene hanno migliorato significativamente la condizione dei topi SAMP8 rispetto al controllo. Lo stesso non è avvenuto con resveratrolo. Né il resveratrolo né lo pterostilbene hanno aumentato l’espressione di sirtuina 1 (SIRT1) o dei suoi marcatori di attivazione. È importante sottolineare che i marcatori di stress cellulare, infiammazione, e AD patologia sono stati positivamente modulata da pterostilbene ma non resveratrolo e sono stati associati con sovraregolazione del recettore attivato della proliferazione del perossisoma (PPAR). Nel loro insieme i risultati indicano che lo pterostilbene è un modulatore più potente del resveratrolo nella cognizione e nello stress cellulare, probabilmente guidato da un aumento dell’espressione degli alfa recettori del PPAR e da una maggiore lipofilia dovuto alla sostituzione, nello pterosilibene, di un gruppo idrossi con un gruppo metossi.
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