Categorie
Neurologia

La top-ten dell’A.H.A.

Non deve meravigliare il fatto che sia l’American Heart Association la società scientifica che ha pubblicato la classifica dei migliori studi sull’ictus pubblicati durante il 2010 sulle principali riviste scientifiche. Cuore e cervello sono legati in maniera indissolubile e molte delle acquisizioni della ricerca cardiologica sono applicabili alle problematiche dell’ictus. Terza causa di mortalità e prima di invalidità permanente nei paesi industrializzati. Individuarne le cause ed indirizzarne le politiche socio-sanitarie ed i comportamenti individuali sono pertanto di rilievo fondamentale.

La top ten per il 2010 ha visto il consolidarsi di alcune aquisizioni note e la comparsa di nuovi indirizzi.

  1. “Time is brain”: prima si interviene, meglio è. Si sopravvive e si recupera meglio. L’importante è intervenire entro 4-5 ore.
  2. Eliminare gli emboli dal cervello consente il ripristino del normale il flusso sanguigno.
  3. Studio CREST: sia l’endoarteriectomia che lo stenting dell’arteria carotide hanno fatto registrare tassi simili di successo, con preferenza per lo stenting sotto i 70 anni e per l’endoarteriectomia per quelli più anziani.
  4. Utilità delle linee guida: dal 2003 al 2009 sono migliorati gli standard qualitativi dell’assistenza. Tanto dimostra uno studio condotto su un milione di pazienti negli Stati Uniti.
  5. I fattori di rischio per l’ictus sono dieci: ipertensione, fumo, girovita elevato (grasso addominale), cattiva alimentazione, scarsa attività fisica, grasso corporeo, diabete mellito, assunzione di alcol, stress e depressione, disturbi cardiaci.
  6. Nuova tecnica ad ultrasuoni per individuare gli “emboli silenziosi”: ovvero come evidenziare nei pazienti asintomatici i segnali di rischio dell’ictus.
  7. La terapia riabilitativa robot-assistita migliora la riabilitazione del braccio dopo un ictus rispetto al trattamento ordinario.
  8. La genetica aiuta a capire gli aneurismi.
  9. Abbassare la pressione arteriosa nell’ictus può portare a ridurre l’espansione dell’emorragia.
  10. Camminare a passo rapido fa bene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.