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Io e il coronavirus (1) una pericolosa convivenza


La mia giornata in casa, senza uscire per colpa del virus, è scandita in maniera ordinata da alcuni compiti ed attività che mi sono prefissato.

Tra questi l’attesa del bollettino dell’andamento dell’epidemia. Alle 18 mi collego al sito del Ministero della salute (link)  e raccolgo i dati aggiornati che inserisco in un foglio Excel. Ecco alcuni aspetti che, da non statistico e non epidemiologo, ho colto.

Nota bene: tale riflessione è solo speculativa, non sono state applicate metodologie validate ed ha come scopo il rinforzo nella determinazione di aver cura di se e dei propri cari evitando tutti i comportamenti a rischio.

La cosa che balza subito agli occhi è che da quando i dati vengono resi noti il numero totale dei casi raddoppia ogni cinque giorni. Per quanto riguarda il numero di guarigioni (dimessi) e di decessi ho notato che tale raddoppio avviene ogni 4 giorni circa.

Ignoro se tale trend si modificherà nei prossimi giorni. Se dovesse restare immodificato avremo un milione di infetti e circa centomila morti entro Pasqua (anche prima se non si applicano misure di contenimento ancora più rigide e non si protegge il personale di assistenza). Conforta (i romani direbbero “l’aglietto”) il dato che guariranno tra 250 e 300mila persone.

Per quanto riguarda la Campania se si mantiene il raddoppio dei casi ogni cinque giorni avremo tra i 25mila e i 50mila casi a Pasqua, con il triste traguardo dei mille morti nella seconda metà di aprile. Sempre che la crescita dei decessi resti lineare e non diventi esponenziale. Di pari passo dovrebbe essere l’andamento delle guarigioni: con il raddoppio ogni quattro giorni saranno in mille quelli che potranno festeggiare la Pasqua da guariti.

Cosa possiamo fare noi comuni cittadini e miseri mortali? Non uscire. Ogni altra attività è a rischio.

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