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Il 5 per mille in Italia


Il volontariato è risorsa nobile del vivere civile. L’impegno più o meno grande che una persona dà in questo settore ha dei costi. Quelli economici, anche quando ridotti al minimo, richiedono la capacità di raccogliere fondi e di centellinarli in iniziative altrimenti inesistenti.
Il 5 per mille nasce per finanziare il volontariato. E’ così in tutt’Europa dove le risorse sono anche superiori al cinque per mille e dove l’accesso è riservato solo ed esclusivamente al volontariato.
In Italia il solito pasticcio: non è una legge, ogni anno bisogna trovare le risorse, l’accesso è consentito anche ad attività, per carità nobili, che tutto sono fuorchè volontariato: ricerca, gruppi sportivi, parrocchie (ancora loro !!!), enti pubblici. Un pastrocchio dove tutti concorrono a raccogliere briciole.
Quest’anno poi un ulteriore beffa: solo il milleproroghe ha destinato le risorse, riservandone un quarto ad una sola malattia la SLA.
Ad alimentare la confusione ha contribuito il ministro Sacconi che lo scorso tre febbraio ha dichiarato “Non dovete farci affidamento. Per il terzo settore il 5 per mille deve essere considerato una risorsa eventuale…” dimenticando che, come fa notare il comunicato stampa del CSVnet “la richiesta di stabilizzare il 5 per mille non poggia sulla necessità di “stare tranquilli”, ma nella sua stessa natura. Il 5 per mille non è un fondo statale necessario per garantire un’attività particolare, ma nasce dalla scelta dello Stato, che decide di dare stabilmente la possibilità ai cittadini di devolvere una parte (piccola) delle loro tasse per azioni private ma di carattere pubblico, che lo Stato stesso ritiene importanti proprio perché attuano i principi di sussidiarietà e solidarietà. Quindi si decida presto quanto grande debba essere questa parte delle tasse (3, 5 o 6 per mille) e poi la si stabilizzi, per un corretto rapporto fra Stato e cittadini, per sostenere e promuovere quella cittadinanza attiva, che non solo rispetta le regole, ma partecipa concretamente a sostenere azioni di interesse generale, mettendo a disposizione il proprio tempo, competenze e denaro. Così si costruisce una società vera, perché partecipata e sentita propria, ed oggi c’è n’è molto bisogno. Invece di fare la morale al volontariato si approvi subito la legge sul 5 per mille, si reintegri a 400 milioni il tetto del 5 per mille 2011 con la conversione in legge del Mille proroghe, e si eroghino le risorse del 5 per mille 2009, ancora nelle casse dello Stato.”

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