Gli italiani prendono, in media, un farmaco al giorno. Tutti. Giovani o vecchi, uomini o donne, malati o sani. Ma sono veramente necessari? Spesso prendere una compressa fornisce l’alibi per non modificare il proprio stile di vita. Spesso una pubblicità occulta finisce con il colpire sia il paziente che il medico o il farmacista?
Questo l’incipit: “Furadantin, Zerinol, Cefixoral, Brivirac, Zimox, Fitostimoline, Zirtec, Biochetasi, Acutil plus, Oki, Aspirina, Moment, Aulin, Tachipirina, Maalox, Xanax, Bisolvon. Tutti noi, nascosta in chi sa quale posto, teniamo in casa una gran quantità di farmaci. Pillole, bustine, sciroppi, capsule, pomate. Magari stipati in cassetti o in armadietti, in bagno o in cucina. Acquistati per necessità mesi prima, qualcuno ancora da aprire, altri appena iniziati, molti scaduti o prossimi alla data. Perché una volta superata la patologia per cui li abbiamo comprati, ci dimentichiamo di averli. Rimangono lì, e al prossimo campanello d’allarme correremo veloci verso le nostre scatole magiche. Sperando che siano ancora efficaci e tirando un bel sospiro per il pericolo scampato di dover vestirsi, parcheggiare in seconda fila e tornare dal medico di base. E aspettare, perché tanti altri sono lì come noi, in fila per la sospirata ricetta rosa. Oppure, se la prescrizione non serve, correre in farmacia, che per molti è diventata una nuova mecca”.