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Insediato il Comitato Ministero-Atenei.

Ne parlai tempo fa, in un post dedicato a “Ospedale, Università e Territorio(link): l’unico approccio razionale alle problematiche di salute del cittadino è quello integrato. Allora il ministro Fazio auspicava una maggiore collaborazione tra Ospedale e Università e chiedeva ai primi di fare anche ricerca e ai secondi di partecipare all’assistenza. Oggi, caso strano, gli Ospedali scompaiono da quest’organismo. Eppure il ministro ha dichiarato che “si mettono a fattore comune le competenze e le esperienze scientifiche multidisciplinari, comprese quelle manageriali, di alcuni dei maggiori atenei italiani con le capacità e le competenze dei dirigenti del ministero. È la prima volta che si creano le condizioni per rendere interdipendenti le capacità intellettuali e produttive espresse dalle università e dalle competenze ministeriali anche sul fronte dell’economia sanitaria … In materia di gestione della sanità c’è la necessità che, su taluni punti, ci sia un’opinione scientifica condivisa che esuli dalla stretta valutazione politica”. Università, ministero. E gli Ospedali, che fine hanno fatto? Non hanno sufficienti competenze? Sono stati esclusi per altri motivi? Quali? Visto che il Comitato svolgerà attività di supporto, e dovrà valorizzare la multidisciplinarietà e la multidimensionalità dell’approccio congiunto sulle principali tematiche del settore sanitario non era meglio mantenere gli impegni assunti in precedenza?.