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Donne medico

Le donne medico a tutt’oggi sono il 40% del totale, ma sotto i trenta anni sono il 63%, fra i 30 e i 34 anni il 62,73%, dai 35 ai 39 anni il 62%. Gli uomini sono in maggioranza oltre i 50 anni, quindi prossimi alla pensione per cui è imminente il sorpasso da parte delle donne medico occupate. Ma siamo ancora lontani dall’aver realizzato le pari opportunità, termine tralatro in “rottamazione”. Infatti le donne che ricoprono incarichi di direttore di struttura complessa sono il 14% e responsabili di struttura semplice sono 5.267, contro 18.472 uomini. Le differenze si ripercuotono anche sulle retribuzioni. E ancora solo il 9% dei Direttori Generali è donna e raggruppando insieme anche le altre cariche dirigenziali non si arriva al 18% delle presenze rosa.
Di questo si è discusso ieri a Roma nell’ambito della 1ª Conferenza nazionale delle donne medico.
Alla base della discrepanza tra presenza femminile e posizioni apicali vi è sicuramente la difficoltà del connubio carriera/famiglia: inconciliabilità tra i tempi della cura parentale (figli, genitori, familiari con handicap) e i tempi di lavoro, tempi di carriera necessari per raggiungere una posizione verticistica interrotti (o almeno bruscamente rallentati) dalle esigenze fisiologiche di gravidanza, allattamento e cura dei figli. Un dato sconfortante mostra come il 30% delle donne che ricoprono un ruolo importante e di rilievo sia single o separata. Per quanto riguarda gli uomini, sono solo il 10% di loro a vivere una situazione simile. E ancora: una donna medico su tre non ha figli mentre per gli uomini la percentuale si abbassa a circa uno su cinque.
Le principali criticità sono:

  • mancata sostituzione per lunghi congedi di maternità e/o parentali (attualmente viene sostituito meno del 10% delle donne in astensione dal lavoro con punte addirittura inferiori al 3%);
  • mancata flessibilità dell’orario di lavoro;
  • difficoltà di accesso al part-time;
  • stress da mancata conciliazione famiglia-lavoro;
  • assenza di nidi aziendali (nella regione Campania non vi è un solo asilo nido);
  • specializzandi e contratti atipici

 

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