Pubblicato dall’ISTAT il rapporto sull’alcoolismo in Italia (link). Pur in riduzione nelle dimensioni globali restano due “pesanti” sacche di resistenza: adolescenti e giovani che consumano alcool soprattutto fuori dai pasti e gli over 65, soprattutto maschi. Il fenomeno resta drammatico per il suo impatto sociale e sulla salute in tutto il mondo tanto è vero che l’OMS nel maggio 2011 ha lanciato una strategia globale di lotta all’alcool sottolineando l’urgenza di una strategia di prevenzione. L’alcool è il terzo fattore di rischio per morti premature e disabilità al mondo ed ha importanza su tumori, epatopatia, incidenti.
Interesante il dato per quanto riguarda gli anziani: oltre i 65 anni assume alcool almeno una volta l’anno: l’ottanta per cento degli uomini e il quarantasette per cento delle donne. La percentuale si riduce negli ultra 85anni (rispettivamente il 66,0% e il 35,1%). Per quanto riguarda l’effetto protettivo di piccole quantità d’alcool su alcune condizioni va detto che i vantaggi vengono ampiamente controbilanciati dall’aumentato rischio di altre malattie, compresi i tumori per cui anche questo concetto va rivisto, specie in pazienti anziani portatori di patologie multiple ed in trattamento con farmaci che spesso interagiscono con l’alcool.
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