E’ noto che nella malattia di Parkinson non esistono, allo stato, marcatori biologici specifici che consentano la diagnosi, nè quella precoce nè la conferma. La diagnosi clinica è spesso tardiva, ancorchè imprecisa specie per quanto riguarda quella differenziale.
Un gruppo di ricerca internazionale diretto dal professor Michael Schlossmacher, neuroscenziato canadese ha proposto, come test diagnostico, la ricerca dell’alfa sinucleina nel liquor e nel sangue. I risultati, presentati il mese scorso al World Parkinson Conference in Scozia, richiedono ulteriori verifiche tuttavia il test sembra essere utile per individuare in anticipo i segni della malattia. Inoltre si può studiare la progressione della malattia ed anche quei farmaci in grado di ritardare o fermare il processo. Resta comunque un quindici per cento di persone ammalate che non mostra alterazioni dell’alfa sinucleina. Infine alcuni pazienti e medici hanno difficoltà ad accettare l’idea di dover effettuare una rachicentesi (puntura lombare).
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Un prelievo per la diagnosi di Parkinson
Proposto l’impiego del dosaggio dell’alfa sinucleina nella diagnosi di Parkinson.