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Troppe indagini. Adesso basta

La Sanità costa uno sproposito. In America più che in ogni altra Nazione. Non meraviglia il dato che è proprio da Oltreoceano che parte una campagna intesa a ridimensionare gli eccessi di una medicina diventata sempre più dipendente da indagini strumentali ed ispirata ad un comprensibile atteggiamento difensivo. Gli esperti americani hanno identificato quarantacinque pratiche mediche, diagnostiche e terapeutiche, da ridimensionare. Obiettivo dichiarato l’eliminazione delle prescrizioni non necessarie. Hanno collaborato alla stesura del documento nove società scientifiche americane partendo dal presupposto che una prestazione non basata sulle evidenze scientifiche può danneggiare la salute di un paziente oltre a contribuire all’aumento spropositato dei costi sanitari. Un esempio per tutti: l’eccessivo ricorso a radiazioni nella diagnostica per immagini, una diagnostica che si vuole appunto disincentivare. Paradossale la situazione in oncologia con pazienti che spesso praticano, e ripetono più volte, tomografia ad emissione di positroni, la tomografia assiale computerizzata, scintigrafia ossea in condizioni, come ad esempio il cancro alla prostata, a basso rischio di metastasi Per non parlare di TAC e risonanze nei cefalalgici e delle TC ripetute in pazienti con ictus cerebrale: una in pronto soccorso, una dopo 24-48 ore, un’altra finita la fase acuta, ancora una alla dimissione e ad un mese, due mesi, tre  mesi dall’evento. Talora anche di più: qualsiasi variazione inspiegabile delel condizioni cliniche porta a ripetere le indagini. Davvero troppe.  Per non parlare dell’eccessivo uso di farmaci e della tendenza ad allargare le indicazioni all’utilizzo di farmaci quali gli antipertensivi (si sarebbe ipertesi già a 120 mmHg di sistolica !!!) o gli antiulcera.

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