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L’Europa e i ticket

Contenere la spesa sanitaria, favorire comportamenti sani, evitare eccessi prescrittivi. Questi ed altri i motivi che spingono l’intera Europa a stabilire ticket sulle prestazioni sanitarie. Sullo sfondo di una grave e prolungata crisi economica le nazioni si organizzano in maniera diversa.
C’è chi tassa i ricoveri in ospedale (16 euro dopo il primo giorno in Francia, 10 in Germania e Svezia), c’è chi chiede un ticket fisso di un euro su qualsiasi prestazione, 22 euro se si va dal medico o dallo specialista (sempre in Francia), mentre gli svedesi pagano dai 10 ai 15 euro. Gli inglesi invece pagano l’autoambulanza e un forte ticket sui farmaci. Non mancano le tasse sui cibi: 2,15 euro a chilo in Danimarca e 0,75 euro in Finlandia per i cibi con più del 2,3% di grassi saturi. In Ungheria si pagherà una tassa da 70 milioni sui cibi con troppo zucchero, sale e caffeina. In Francia sui soft drink zuccherosi da gennaio c’è un balzello di 0,072 euro a litro. Voci insistenti affermano che qualcosa del genere succederà anche in Italia. Attese nuove polemiche e tensioni sociali.

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