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Intelligenza e conseguenze sulle dinamiche sociali

Intelligenza

L’intelligenza: fissa o variabile?

In generale le persone attribuiscono grande valore alla loro intelligenza e si applicano al fine di utilizzarla al massimo per migliorare il loro status sociale e professionale. Il quoziente di intelligenza (QI), oltre a rappresentare un valore numerico, costituisce una collocazione gerarchica delle persone, attribuendone l’appartenenza di classe, una gerarchia di potere e il ruolo nei vari processi decisionali. Infine, la capacità di percepire e agire sulla propria posizione relativa all’interno di un gruppo ha svolto un ruolo importante nella evoluzione delle creature sociali. Gli effetti dell’appartenenza al gruppo e le distinzioni tra l’appartenenza o meno ad un gruppo possono avere effetti drammatici sull’espressione delle azioni e le convinzioni degli individui e possono avere conseguenze importanti sui processi coinvolti nella decisione morale. Infatti, il ruolo dell’individuo, del gruppo e l’associazione tra capacità cognitive e la capacità di scegliere l’azione “moralmente corretta” di azione sono ritenuti essere fondamentali. Gli studi condotti sulle basi neurali dell’intelligenza hanno mostrato l’importanza dell’attività nella corteccia prefrontale laterale (LPFC) e di altre aree per spiegare le differenze individuali di intelligenza, mentre alcuni studi correlano differenze volumetriche regionali con differenze ereditarie del QI. Questi studi suggerirebbero una stabilità su base biologica dell’espressione del QI di un individuo. Al contrario, studi comportamentali dimostrano che semplicemente definendo l’ambiente di acquisizione del test con spunti espliciti o impliciti sullo stato sociale del probando si può modulare la propria espressione del QI. La base neurobiologica di tale effetto è sconosciuta; tuttavia, i segnali generati dalla minaccia stereotipata possono essere un sottoinsieme di una classe più ampia di segnali che influenzano l’espressione del QI. Studi comportamentali precedenti suggeriscono che i segnali a livello di società sullo stato sociale (ovvero gli stereotipi) sono dannosi per le prestazioni intellettive degli individui, ma non è noto se i segnali oggettivi circa il rango all’interno di un piccolo gruppo siano in grado di produrre un effetto nocivo simile. Nel lavoro pubblicato sul Philosofical Transaction of the Royal SOciety of Biological Sciences (link) è stato studiato l’effetto dei segnali informativi sulle proprie capacità intellettive sull’espressione del QI all’interno di piccoli gruppi (cinque persone) e sono state misurate le risposte cerebrali associate utilizzando l’acquisizione di immagini BOLD (ossigenazione del sangue livello-dipendente). L’elaborazione dei dati ha evidenziato che le situazioni sociali quali le deliberazioni della giuria, le sessioni di contrattazione collettiva e i cocktail party hanno effetto negativo sull’intelligenza di alcune persone. La rilevanza dello studio consiste nel fatto che il QI in realtà oscilla secondo la situazione sociale che un soggetto si trova ad affrontare e non è un dato stabile. E’ un’informazione utile per le selezioni per gli incarichi di lavoro, per affrontare le problematiche di quanti, in situazioni competitive, subiscono questi processi, ma anche per le dinamiche che influiscono sulle decisioni politiche nazionali e internazionali.

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