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generale Neurologia

Il recupero della coscienza dopo il coma (2/3)


Le tecniche di imaging consentono di osservare quanto succede nei pazienti con disturbo di coscienza minima. Allo scopo è interessante il lavoro (link) pubblicato nel 2010 sul New England Journal of Medicine in cui i ricercatori hanno tentato di identificare il livello di consapevolezza e la capacità di comunicare in 54 pazienti con gravi lesioni cerebrali. Partendo dalla considerazione che la RMN funzionale ha dimostrato che le stesse aree del cervello attivate dal movimento possono avere un aumento del flusso sanguigno quando la persona di svolgere un’attività come giocare a tennis oa piedi attraverso una casa i ricercatori hanno richiesto ai pazienti di immaginare di eseguire tali attività. Per i pazienti in cui si evidenziava una maggiore intensità nella corteccia motoria o giro paraippocampale, i ricercatori hanno poi aumentato la complessità del compito, ponendo una serie di domande autobiografiche che avrebbero avuto risposte sì o no. Per rispondere sì, i pazienti sono stati istruiti ad immaginare una partita a tennis, e di rispondere di no, di immaginare a piedi attraverso la casa. L’ipotesi era che l’area motoria del cervello si accende con una risposta affermativa, mentre la zona paraippocampale che riflette la funzione spaziale avrebbe mostrato intensità del segnale aumenta con una risposta negativa. Tra i 54 pazienti, cinque sono stati in grado di modulare volontariamente la loro attività cerebrale, in risposta alle istruzioni di attività, rispondendo correttamente alle domande.

In una minoranza di casi, i pazienti che soddisfano i criteri di comportamento per uno stato vegetativo hanno residua funzione cognitiva e anche consapevolezza cosciente.

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