Categorie
Neurologia

Il recupero della coscienza dopo il coma (3/3)

Le indagini in risonanza magnetica funzionale sono costose, impegnative, di scarsa diffusione ed applicabilità quotidiana. Ecco quindi venire in soccorso dei clinici la vecchia, tradizionale, spesso bistrattata elettroencefalografia. In uno studio pubblicato su Lancet (link) un gruppo di 16 pazienti in stato vegetativo ha evidenziato che tre erano in grado di fornire risposte adeguate ai comandi  di immaginre il movimento di mani e piedi. I risultati erano equivalenti a quelli che si vedono per i controlli sani
In conclusione è evidente che allo stato manchi un quadro articolato per il monitoraggio dei pazienti e per tradurre i dati provenienti dalla ricerca in un sistema di cura e rivalutazioni seriate nel tempo. Mancano inoltre una codifica ICD per lo stato di minima coscienza e il concetto che il cervello possa recuperare non è ancora passato a livello istituzionale ed assicurativo. Una prima importante differenziazione andrebbe fatta tra persone prive di attività residua e persone con minima attività residua. L’imaging aiuta ma non risolve in quanto non documentano la consapevolezza ma solo l’attività neuronale, il comportamento e la percezione, che può essere cosciente o non cosciente. Occorrono strumenti anche clinici per la corretta individuazione dei singoli casi e per la comprensione della neuro fisio patologia del cervello in coma.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.