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Neurologia

Fumare rende dementi

Il fumo fa male. Sempre. Anche alle demenze. Siano esse di origine vascolare o degenerative primarie il danno è certo. Lo dimostra uno studio di coorte pubblicato su Archives of Internal Medicine.

Nello studio sono state analizzate le abitudini, fra il 1978 e 1i 1985, di 21123 persone. A 5367 di  queste persone, tra il 1994 e il 2008, è stata posta diagnosi di demenza

L’analisi statistica multivariata per età, sesso, scolarità, razza, stato coniugale, ipertensione, dislipemia, BMI, diabete, malattie cardiache, ictus ed uso di alcool ha mostrato una differenza significativa tra i non fumatori e i fumatori di 2 pacchetti di sifarette al di. Il dato riguarda sia la demenza di tipo Alzheimer (1136 casi con Adjusted Hazard Razio 2.57) che la demenza vascolare (416 casi con Adjusted Hazard Ratio 2.72)

Tanto dimostra, e non ne avevamo bisogno, che il cervello è suscettibile alle conseguenze negative a lungo termine del fumo di sigaretta.

Una risposta su “Fumare rende dementi”

Chiede Rosario “quindi inutile chiedere ad un fumatore di smettere”.
Tutt’altro. Anzi prima si smette e meglio è. Certo se uno vuole smettere dopo 30-40-50 anni di fumo accanito, i tempi e la percentuale di un eventuale recupero sono meno buoni rispetto a chi “rinsavisce” in tempo.
Ho citato il lavoro anche per un altro aspetto. Da tempo si dice che il fumo fa male a tutto eccetto che alle malattie neurodegenerative. La nozione sembra essere vera per il Parkinson e si potrebbe pensare ad una sua validità anche nell’Alzheimer. Così non è e il lavoro lo dimostra: fumare fa male, tanto male.

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