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Che strano chiamarsi Federico


Artisti strana gente, perché è più strano essere artisti che non chiamarsi Federico. E durante la visione del film si finisce con il desidere, pur non essendolo, di essere artisti anche noi sebbene, puntuale, intervenga un madonnaro ubriacone a rintuzzare le velleità del duo Fellini Scola allorquando afferma che il cinema è si arte, ma solo la settima, mentre lui, pittore, viene prima. E tra una pittura ed una scultura, uno spezzone di film e il moloch incombente dello studio 5 di Cinecittà, monumento funebre nonché obitorio alla morte del Maestro, il film scorre senza intoppi lasciando il desiderio di (ri)vedere i fil di Fellini e di tutta la “squadra” che si formò negli anni del Marc’Aurelio.

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