Terapia occupazionale: utile anche nel Parkinson
Le prove sperimentali sulla efficacia della terapia occupazionale nelle persone con Parkinson trovano una prima conferma in un lavoro pubblicato su The Lancet Neurology (link) nel quale si è voluto valutare l’efficacia della terapia occupazionale nel miglioramento delle attività quotidiane. Lo studio clinico, multicentrico, con valutatore cieco, randomizzato e controllato ha visto la partecipazione di professionisti in dieci ospedali in nove reti regionali dei Paesi Bassi, appartenenti al ParkinsonNet. Le valutazioni sono state condotte a 3 mesi e 6 mesi su pazienti con malattia di Parkinson e difficoltà auto-riferite nelle attività quotidiane, avvalendosi anche del loro caregiver primario. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale (2:1) al gruppo di intervento o controllo da parte di un algoritmo di minimizzazione generato dal computer. L’intervento consisteva in 10 settimane di terapia occupazionale domiciliare in osservanza alle linee guida nazionali; gli individui di controllo hanno ricevuto cure tradizionali con nessuna terapia occupazionale. L’esito primario erano le prestazioni auto-percepite nelle attività quotidiane a 3 mesi, valutate con la Canadian Occupational Performance Measure (punteggio 1-10). I dati sono stati analizzati utilizzando modelli misti lineari per misure ripetute (principio intention-to-treat). I valutatori hanno monitorato la sicurezza chiedendo ai pazienti su eventuali eventi sanitari insoliti durante i precedenti 3 mesi. Tra il 14 Aprile 2011 e il 2 Nov 2012, 191 pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di intervento (n = 124) o al gruppo di controllo (n = 67). 117 (94%) dei 124 pazienti nel gruppo di intervento e 63 (94%) su 67 nel gruppo di controllo hanno ricevuto l’assistenza di un caregiver. Al basale, il punteggio mediano sul Canadian Occupational Performance Measure è stato di 4,3 nel gruppo di intervento e di 4,4 nel gruppo di controllo. A 3 mesi, questi punteggi erano rispettivamente 5,8 e 4.6. La differenza media aggiustata nel punteggio tra i gruppi a 3 mesi è stata statisticamente significativa a favore del gruppo di intervento (p<0,0001). Non ci sono stati eventi avversi associati con lo studio. In conclusione la terapia occupazionale individualizzata domiciliare ha portato ad un miglioramento delle prestazioni auto-percepite nelle attività quotidiane in pazienti con malattia di Parkinson. Ulteriori lavori dovrebbero identificare i fattori relativi al paziente, al contesto ambientale o al terapeuta e potrebbero prevedere quali pazienti hanno maggiori probabilità di trarre beneficio dalla terapia occupazionale.