A qualcuno potrebbe sembrare assurdo parlare di medicina di genere. Oppure ritenere che si voglia limitare l’attenzione alla sola sfera riproduttiva. Per il passato è stato così e di molte malattie si sono tascurati gli aspetti che le rendevano particolari in funzione del sesso. Al fine di migliorare la sensibilità e aumentare l’attenzione, sia degli operatori sanitari che delle persone in generale, si sta svolgendo, a Padova, il congresso nazionale di medicina di genere. Per quanto attiene la neurologia sono due gli aspetti cui si presterà particolare attenzione: le malattie cerebrovascolari e le malattie neurodegenerative. A proposito di quest’ultime è evidente come l’impatto sulla persona la famiglia e la società sia maggiore nelle donne. Assistere un paziente cronico è faticoso, gravoso, oneroso. Spesso sono le donne che si accollano il maggior carico del lavoro assistenziale. E quando ad ammalare è la donna? Nella mia esperienza osservo che quando sono presenti familiari in grado di assistere il gap è quasi azzerato, ma quando il nucleo familiare è imperniato in prevalenza sul rapporto di coppia la donna ammalata riceve un’assistenza meno efficace. A queste si aggiungano altre considerazioni di carattere scientifico quali l’insufficienza di studi mirati sulle differenze cinetiche che i farmaci potrebbero assumere nei due sessi e altre problematiche che verranno affrontate nel congresso.
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