I numeri esprimono i fatti e, nel caso delle liste d’attesa, il fallimento è su tutti i fronti. Almeno così dimostra l’inchiesta condotta da Altroconsumo (link). Sette mesi per un ecografia, dieci mesi per una gastroscopia. Torino, Bari, Milano. Napoli, Roma: non ci sono differenze. Ovunque i tempi sono infinitamente lunghi. L’alternativa? pagare. In questo caso le attese si riducono a pochissimi giorni, sia nel pubblico che nel privato. “Eppure il nuovo Piano nazionale prevede tempi certi e ragionevoli da rispettare per visite, esami e interventi chirurgici. In particolare vengono puntati i riflettori su 58 prestazioni a più alto rischio di ritardi, che diventano “sorvegliate speciali”, tra cui le quattro scelte per l’inchiesta”