Pubblicato sull’American Journal of Psychiatry un editoriale (link) sulla depressione nel Parkinson. In esso si ribadisce il concetto che nel Parkinson, noto soprattutto per i disturbi motori, non mancano sintomi psicologici tra cui la depressione. Almeno il 25% dei pazienti con malattia di Parkinson ha una sindrome depressiva maggiore, e circa la metà ha sintomi depressivi clinicamente importanti Questa aumentata incidenza spesso ha inizio prima del danno motorio e non si spiega con una reazione psicologica alla disabilità.
La depressione nella malattia di Parkinson è palesemente diversa da quella della depressione maggiore in termini di rapporto tra sesso, età, profilo dei sintomi, comorbidità e cronicità.
La terapia farmacologica della depressione nella malattia di Parkinson comporta particolari preoccupazioni relative a effetti collaterali e interazioni farmacologiche. Il deficit cognitivo presente in una percentuale sostanziale di pazienti con malattia di Parkinson solleva quesiti circa l’efficacia della psicoterapia. Inoltre gli studi sul trattamento della depressione maggiore nei pazienti senza malattia di Parkinson non si possono applicare nella malattia di Parkinson. Tuttavia, il successo nel trattamento della depressione nella malattia di Parkinson migliora la qualità della vita e riduce la disabilità.
In questo contesto è notevole che meno di un decennio fa non esistevano dati empirici circa il trattamento antidepressivo nella malattia di Parkinson. La maggior parte dei report che sostengono l’efficacia antidepressiva degli agonisti della dopamina nella malattia di Parkinson sono limitati a cambiamenti nei punteggi dei sintomi della depressione in pazienti che non sono stati valutati per la presenza di un disturbo depressivo diagnosticabile. Allo stato attuale, sono stati pubblicati solo pochi studi randomizzati e controllati per la depressione nella malattia di Parkinson e si sono concentrati sulla farmacoterapia. E’ stato infine pubblicato un solo studio controllato di psicoterapia di gruppo, ma il lavoro non ha evidenzia se l’assegnazione al trattamento attivo è stato casuale.
(continua)