Colpisce molto l’articolo pubblicato su L’Espresso con il sintomatico titolo “Ci tagliano la salute“. Nel 2011 per la salute degli italiani si spenderanno almeno 1.500 milioni di euro in meno. A risentirne pazienti, soprattutto anziani e disabili, ma anche medici e infermieri, causa il mancato turnover dei pensionati. Per non parlare del taglio dei posti letto. Dal 2005 al 2008 i posti letto sono stati ridotti da 4,6 a 4,3 per mille abitanti e in breve dovrà raggiungere i 4 per mille. Questo mentre in Germania sono 8,2 e in Francia 6,9.
Ancora una volta le maggiori conseguenze si vedono al Centro Sud. “La crisi è così grave che tocca allo stesso ministero della Salute dichiarare, senza mezzi termini, che oggi metà del Paese non è in grado di assicurare ai cittadini i livelli essenziali di assistenza“.
Altro problema il project financing, aberrazione che in teoria dovrebbe consentire al pubblico di costruire con anticipi dei privati ma che in pratica hanno indebitato. E non solo il Sud. Anche il virtuoso Veneto che si trova a pagare interessi dell’8,7 per cento netto. Al limite dell’usura.
“In tempi di tagli, come denuncia la stessa commissione sanità dei Veneto, i project impoveriscono le basi del sistema: i nuovi ospedali dovrebbero essere finanziati con appositi investimenti, invece «sottraggono risorse correnti, quelle che dovrebbero garantire i livelli essenziali di assistenza»”.
Una risposta su “Ci tagliano la salute”
[…] è vero, come è vero, che “ci tagliano la salute” è altrettanto vero che altri, in Italia, se la passano molto bene. Come se il problema […]