Conoscere la storia naturale di una malattia, riconoscerne le fasi, prevederne e, quando possibile, modificarne l’evoluzione sono obiettivi fondamentali della medicina moderna. Tanto più quando si tratta di patologie invalidanti come l’Alzheimer. Un importante studio sull’argomento è stato pubblicato dal Journal of Alzheimer Disease (link). Gli Autori hanno elaborato una timeline delle modificazioni fisiopatologiche della malattia di Alzheimer. Facendo riferimento a modelli già proposti sono partiti dalla considerazione che questi modelli ipotetici di solito fanno riferimento a cambiamenti sequenziali dei biomarcatori liquorali, dell’imaging e delle funzioni cognitive. Tale approccio, tuttavia, si scontra con la difficoltà a correlare tra di loro le diverse dinamiche dei biomarcatori esaminati, tanto più durante uno studio clinico che ha durata significativamente inferiore a quella della malattia. È stato pertanto sviluppato un modello che riproduce la progressione del punteggio della ADAS-Cog 13 punti utilizzandolo per una stima più precisa della durata di malattia e dello stadio patologico. A questo punto i biomarcatori liquorali e di imaging sono stati sincronizzati alla timeline. La nuova scala ha consentito di confermare la validità predittiva dei precedenti modelli e di meglio definire la cronologia degli eventi biopatologici. In particolare ha trovato conferma il modello sequenziale in cui la riduzione di Aβ42 liquorale e l’atrofia cerebrale precedono gli aumenti di tau e fosfo-tau liquorale.
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