Un interessante lavoro scientifico condotto dall’equipe del prof. Quattrone a Catanzaro è stato pubblicato su Neurology (link). Gli Autori hanno evidenziato, in 45 persone con parkinsonismo non classificabile clinicamente, che la RMN è uno strumento potente, utile ed attendibile ai fini diagnostici se si tiene conto del MRPI (Magnetic Resonance Parkinsonism Index) soprattutto per discriminare i pazienti con paralisi sopranucleare progressiva (PSP). Tutti i pazienti sono stati divisi in 2 gruppi in base ai valori MRPI. Un gruppo comprendeva 30 pazienti con parkinsonismo non classificabile con valori di MRPI normale mentre l’altro gruppo comprendeva 15 pazienti con valori di MRPI suggestivi di PSP (superiori a 13,55). I pazienti sono stati quindi seguiti clinicamente per un periodo di 28,4 ± 11,7 mesi (media ± DS). Nessuno dei pazienti affetti da parkinsonismo non classificabile e con normali valori di MRPI ha soddisfatto i criteri clinici per PSP (follow-up da 24 a 60 mesi). Al contrario, 11 dei 15 pazienti con valori anomali MRPI (superiore a 13,55) hanno sviluppato durante il follow-up (range 6-48 mesi) ulteriori aspetti clinici caratteristici della probabile (1 paziente) o possibile (10 pazienti) PSP. L’MRPI ha mostrato una maggiore precisione nel predire la PSP (92,9%) rispetto a caratteristiche cliniche, come la riduzione della verticalità dello sguardo o le cadute nel primo anno (61,9% e 73,8%, rispettivamente).
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