Dice bene Sergio Dompè nell’articolo pubblicato dalla Repubblica del 29 ottobre scorso “Il business delle false malattie ecco i trucchi delle industrie per vendere farmaci inutili”, il miglior farmaco è avere un bravo medico.
Forse sono davvero troppe le giornate nazionali dedicate a questa o quella malattia, almeno 60 l’anno a livello nazionale e 300 a livello locale
Il benemerito intento di base, sensibilizzare e raccogliere fondi per la ricerca, spesso si accompagna ad alcuni “effetti collaterali”:
- crea ansie e timori;
- fa consumare sempre più sanità: esami, visite e medicinali;
- può essere un efficace strumento di marketing.
Interssante l’0sservazione che nessuno ha mai verificato con studi scientifici se queste iniziative aiutano i pazienti a curarsi meglio.
Eppure ad organizzare questi appuntamenti di solito sono associazioni di malati, con l’appoggio di una società scientifica e il contributo dell’industria. Il costo di queste iniziative può raggiungere anche i100-150mila euro.
Nella mia esperienza ho organizzato diversi eventi locali. Grande impegno, grande fatica per una modesta visibilità. Ritengo, e continuo ad impegnarmi in tal senso, che sia importante continuare nell’informazione: una persona informata affronta meglio le difficoltà. Ma occorre sempre un grande equilibrio. Il rischio di creare nuovi malati e nuovi bisogni, diagnostici e terapeutici, c’è. A noi l’arduo compito di sapere affrontare le singole situazioni rassicurando e sostenendo senza sotto o sovrastimare mai.
E’ quanto cercherò di fare anche nella prossima Giornata Nazionale Parkinson del 27 novembre.