La diagnosi di Alzheimer è incentrata, controversie a parte, sulla presenza di beta amiloide e la ricerca è sempre attenta a quelle metodiche che consentano di individuare i marcatori biologici della proteina. Un settore interessante è quello delle indagini scintigrafiche ed un recente articolo su Archives of Neurology (link) esamina i risultati di un lavoro condotto con PET utilizzando il flobetapir, il flutemetamol e il PIB in 210 persone. I dati sono rilevanti e sembrano confermare il valore di marcatore sia nella diagnosi che nel monitoraggio dell’evoluzione della malattia. Come gli stessi autori raccomandano nelle conclusioni, l’unico “problema” sono le persone borderline, ovvero con valori al limite, non chiaramente patologici ma nemmeno chiaramente normali.
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