Categorie
generale

Università di Salerno: beati monoculi in terra caecorum?

Università di Salerno
La recente pubblicazione sul Sole 24 ore (link) della classifica degli atenei italiani pone l’Università di Salerno al ventitresimo posto, prima nel Sud. Se la notizia debba essere lusinghiera o meno è giudizio complesso che richiede una riflessione preliminare. Il docente di Letteratura Italiana alla Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli Ugo Maria Oliviero in suo un commento alla notizia dichiara “La cultura della valutazione, cui continuamente tutti oggi fanno riferimento, è un argomento delicato, che esige cautela e rigore metodologico, per evitare di dare dati inutili o peggio falsi. Spesso sembra usata per cercare di modificare in modo becero lo stato delle cose, piuttosto che per consentire la crescita di persone e istituzioni. Ovviamente, una valutazione superficiale, o peggio ancora strumentalizzata, ha un costo penalizzante per le strutture, finendo col mortificare l’applicazione e la ricerca seria di chi lavora in quelle strutture. Come tutti sappiamo, valutare in base ai contenuti, con il rischio di sorprese, è faticoso. Meglio le classifiche, che consentono di scegliere, se non il meglio, almeno quello che è di moda“. E’ quindi importante capire quale sia la metodologia seguita per l’aggregazione dei dati. L’impressione è che si siano scambiati cavoli per capre e che si sia trascurato il dibattito in corso circa la scientificità delle “classifiche” (link), problema non trascurabile se si tiene conto delle possibili conseguenze che tale approccio ha: numero di iscrizioni, migrazione culturale, impegno economico delle famiglie solo per citare le più significative. Nella classifica del Sole 24 ore si considerano tre variabili per la ricerca (fondi esterni, ricerca e alta formazione) e nove per la didattica (attrattività, sostenibilità, stage, mobilità internazionale, borse di studio, dispersione, efficacia, soddisfazione e occupazione).  Pur con le limitazioni metodologiche la classifica consente di ricavare alcune informazioni interessanti relative alla Università di Salerno.
Per quanto riguarda la ricerca, Salerno è al sedicesimo posto, prima al Sud. Tale posizione viene raggiunta grazie al

  • secondo posto per la capacità di attrarre fondi esterni per progetti di ricerca,
  • diciottesimo posto nei giudizi ottenuti dall’alta formazione nella valutazione Anvur,
  • trentacinquesimo posto nei giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur.

La posizione relativa alla didattica dell’Università di Salerno è al quarantatreesimo posto, quinta al Sud dopo Bari, Cagliari, Campobasso e Messina. La posizione viene raggiunta per

  • diciassettesimo posto per la sostenibilità ovvero il numero docenti di materie caratterizzanti per corso di studio,
  • diciannovesimo posto per la dispersione, che esprime la percentuale di studenti che abbandonano l’ateneo al secondo anno,
  • ventiquattresimo posto per la percentuale di crediti acquisiti in stage,
  • ventottesimo posto per la mobilità, data dalla percentuale di studenti che hanno acquisito crediti con programmi di scambio,
  • quarantesimo posto la soddisfazione sull’efficacia della didattica valutata dagli studenti,
  • quarantacinquesimo posto per attrattività, ovvero la percentuale di iscritti fuori regione,
  • quarantaseiesimo posto per l’occupazione ovvero il tasso di studenti in cerca di lavoro a un anno dal titolo,
  • cinquantunesimo posto per l’efficacia, che indica la percentuale di studenti che abbandonano l’ateneo al secondo anno (più è alta la percentuale di abbandoni peggiore è la posizione in classifica)
  • cinquantacinquesimo posto per la percentuale di percettori di borse di studio sul totale degli studenti idonei.

Appaiono evidenti alcune aree grigie: solo il 40% degli studenti riesce ad ottenere la borsa di studio cui pure risulta idoneo; oltre 700 studenti (il 15% degli immatricolati) non si iscrivono al secondo anno e quasi 600 (oltre il 12%) cambia facoltà; pochi sono quelli che lavorano ad un’anno dalla laurea e altrettanto pochi sono gli studenti fuori regione che scelgono l’Università di Salerno; sintomatico anche il fatto che solo il 20% delle persone ha risposto ad un questionario di gradimento, con un giudizio non proprio lusinghiero.
Infine il dato relativo alla Facoltà di Medicina. In solo tre indicatori viene descritto il dato separato per ogni facoltà: ricerca, fondi esterni, e alta formazione.
L’alta formazione colloca l’Università di Salerno al diciottesimo posto grazie al buon posizionamento di Scienze matematiche e informatiche (quarta Facoltà in Italia), scienze economiche e statistiche (quattordicesimo posto), scienze fisiche e ingegneria civile e architettura (quindicesimo posto), tuttavia Medicina si colloca al penultimo posto (cinquantacinquesimo) seguita solo da Cassino.
Anche per quanto riguarda la competitività nella ricerca la facoltà di Medicna si colloca al cinquantaduesimo posto, precedendo Cagliari, Trento e la Partenope, laddove le altre facoltà scientifiche si collocano ai primi posti (seconda Scienze matematiche e informatiche, terza scienze agrarie, quinte ingegneria industriale e dell’informazione in uno con scienze dell’antichità).
Migliore la posizione di Medicina per quanto riguarda la qualità della produzione scientifica, quindicesima in Italia e terza al Sud, preceduta solo dalle posizioni di Scienza della Terra, prima in Italia, Ingegneria civile, Scienze chimiche e scienza biologiche.
L’individuazione delle aree “critiche” e una oculata politica di programmazione potrà, si auspica, migliorare le performances non solo dell’Università di Salerno, ma anche della Facoltà di Medicina le cui posizioni di coda sembrano essere più legate alla sua recente istituzione con impossibilità a coprire l’intero arco temporale esaminato che non a reale carenze intrinseche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.