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Troppi primari

In Italia ci sarebbero tremila primari più del necessario. Con buona pace di quanti hanno avuto santi in paradiso o essi stessi sono stati padrini politici. Il ministero della Sanità ha calcolato che per eliminare gli esuberi e contenere i costi dovranno essere tagliate 3 mila poltrone su circa 19 mila di primario. Si calcola che dovranno esserne previsti uno ogni 17,5 posti letto o nelle aree di almeno 13.500 persone. Quando in eccesso i reparti verranno accorpati. Le regioni più interessate, guarda caso, sono quelle con i conti in rosso Campania, Lazio, Molise, Abruzzo, Puglia, Calabria, Piemonte e Sicilia. L’eccesso raggiunge cifre da capogiro in Campania dove i primari in eccesso sono 795. D’altronde con 2048 strutture complesse di cui il 40% territoriali si raggiungono vertici paradossali e patetici,. Non meraviglierebbe trovare strutture dove i primari sono più dei pazienti o che riguardano attività “di supporto”. Anche le strutture semplici sarebbero troppe e, sempre in Campania, andrebbero ridotte dell’ottanta per cento. Tuttavia le misure consigliate dal Governo appaiono troppo restrittive, mirate più al mero calcolo contabile che non alle prestazioni da effettuare. Se è vero che non possono più essere tollerate situazioni come quelle di alcuni policlinici universitari dove ci sono più professori ed unità operative che non letti è altrettanto vero che la mancata graduazione delle funzioni accentuerebbe ulteriormente il malcontento e la scarsa qualità di vita in cui versano una buona parte dei medici la cui unica motivazione a ben operare resta, allo stato, il Giuramento di Ippocrate. Meglio sarebbe, come consigliato da più parte, tagliare gli Ospedali inutili.

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