Film sconcertante, devastante. Ad alta tensione emotiva e con grande approfondimento dei protagonisti. Le debolezze di un uomo altrimenti compatto nella sua efferata violenza emergono in maniera prepotente quando! inaspettatamente, incontra la madre. I sentimenti fino a quel momento compressi esplodono mostrandone, questa volta, la sua debolezza.
Funziona il libro, di Roberto Alajmo, e funziona anche, eccezione più unica che rara, anche la trasposizione cinematografica. Una storia surreale, grottesca. Da una tragedia, l’omicidio di una persona, alla commedia, il risarcimento danni, fino all’oniroide conclusione, una macchina simbolo di ricchezza ma strumento di rovina.
Film desolato e desolante. Anche i sentimenti “positivi”, quale l’amore, vengono inseriti in un contesto di freddezza e cinismo purtroppo dominanti e più veritieri. Un film che fa pensare.
Film fobico, stile documentario, che utilizza un cast di bravi attori per rappresentare una possibile vicenda, un’epidemia virale mortale, con una buona dose di pregiudizi, in primis il personaggio che critica l’industria e sarebbe il primo ad essere corrotto.
Film ridicolo, banale, confuso a tratti patetico. Il “mestiere” dei protagonisti lo salva dal disastro assoluto ma da un duro colpo alla loro immagine.