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Neurologia

Staminali nel Parkinson

Le notizie sulle staminali fanno sempre effetto. I coreani, ancora loro nel bene e nel male, hanno pubblicato un articolo che lascerebbe ben sperare sulle possibili imminenti applicazioni delle cellule staminali nel trattamento della malattia di Parkinson.
Appena due mesi fa un articolo su Nature sosteneva che le iPS ottenute in laboratorio non erano utilizzabili nell’essere umano ed ecco una nuova speranza, pubblicata sul Journal of Clinical Investigation.
Un team di ricercatori, guidati da Sang-Hun Lee e Kwang-Soo Kim, ha confrontato la capacità di cellule derivate da diversi tipi di cellule staminali umane di invertire il decorso della malattia in un modello murino della malattia di Parkinson e ha individuato una popolazione di cellule staminali che a loro avviso potrebbe essere clinicamente rilevante. Ciò consentirebbe di superare buona parte dei problemi finora incontrati.
Allo stato la ricerca ha utilizzato due diversi tipi di cellule staminali: le staminali embrionali (ES) che sono derivate da embrioni precoci e le staminali pluripotenti indotte (iPS) che sono derivate da cellule che hanno la capacità di generare qualsiasi tipo di cellula. A loro volta le cellule possono essere riprogrammate per diventare cellule iPS in due modi: le proteine ​​possono essere trasferiti direttamente nelle cellule (cellule iPS protein-based) o possono essere usati dei virus per fornire alle cellule le informazioni genetiche necessarie per produrre le proteine di ​​riprogrammazione (cellule iPS virus-based). Lee, Kim e colleghi hanno incontrato diversi problemi con le cellule derivate da virus, problemi che ne avevano impedito l uso nel modello di malattia di Parkinson ma hanno scoperto che le cellule nervose derivate dalle iPS umane basate sulle proteine sono in grado di trattare la malattia quando vengono trapiantate nel cervello di ratti con malattia di Parkinson.

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