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Quale braccio dottore?


La domanda, in apparenza banale, ricorre in molti ambulatori medici. L’articolo pubblicato su Lancet (link) fornisce un’interessante risposta al quesito: la differenza dei valori pressori tra un braccio e l’altro indica una patologia vascolare. Questo soprattutto quando la differenza della pressione sistolica è di 10 mm Hg o più tra un braccio. Gli autori hanno condotto una metanalisi dei lavori che pubblicavano entrambi i valori pretori su 20 studi, di cui 5 invasivi in cui è stata utilizzata l’angiografia. La differenza media della pressione sistolica tra le braccia era di 36,9 mm Hg in caso di stenosi conclamata dell’arteria succlavia (occlusione >50%), mentre una differenza di 10 mm Hg o più è risultata fortemente associata alla stenosi dell’arteria succlavia. Negli studi non invasivi, i risultati hanno dimostrato che una differenza di 15 mm Hg o più appariva associata alla malattia vascolare periferica; a malattia cerebrovascolare preesistente e aumento della mortalità cardiovascolare e per tutte le cause.

Una differenza di pressione sistolica di 10 mm Hg o più, oppure di 15 mm Hg o più, tra un braccio e l’altro può servire ad identificare i pazienti che necessitano di un’ulteriore valutazione vascolare. Una differenza di 15 mm Hg o più potrebbe costituire un indicatore utile di rischio di malattia vascolare e morte. La pressione andrebbe misurata a tutte e due le braccia.

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