Publicato sull’American Journal of Psychiatry un articolo (link) sulla psicosi nella malattia di Alzheimer. Per stabilire la prevalenza, l’incidenza, la persistenza, i fattori di rischio e l’aumentato rischio di mortalità nella malattia di Alzheimer con psicosi sono stati studiati 491 pazienti con AD probabile. Alla visita basale sono state somministrate la Cambridge Cognitive Examination, il Mini Mental State Examination, la Cambridge Examination for Mental Disorders of the Elderly, la Neuropsychiatric Inventory-10, la Rapid Disability Rating Scale-2 e la Zarit Burden Interview. Tutti i partecipanti sono stati rivalutati a 6, 12, 18, e 24 mesi. La prevalenza di psicosi è risultata essere del 7,3% e l’incidenza cumulativa a 6, 12, 18, e 24 mesi è stata del 5,8%, 10,6%, 13,5% e 15,1%, rispettivamente. Dopo un anno i sintomi psicotici erano persistenti nel 68,7% dei pazienti con psicosi. Al basale, i pazienti psicotici riportavano un punteggio al Cambridge Cognitive e al Mini-Mental State Examination più basso, più alto alla Rapid Disability Rating Scale-2 e la Zarit Burden Interview. Punteggi bassi nelle sottoscale della memoria di apprendimento e della percezione e alti nel linguaggio espressivo e nella capacità di calcolo alla Cambridge sono associati a psicosi.
La psicosi nell’Alzheimer comporta una più rapida compromissione e aumenta il rischio di mortalità (HR=2,191) dopo aggiustamento per età, sesso, disabilità cognitive e funzionali, stato di salute generale e trattamento antipsicotico.
La psicosi nell’Alzheimer sembra definire un fenotipo di Alzheimer di grado più elevato, con progressivo peggioramento funzionale ed aumentato rischio di mortalità.