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Never say die

Ci sono parole che non si vorrebbero mai pronunciare. Ci sono argomenti che non si vorrebbero mai trattare. Eppure sono parole ed argomenti che permeano il nostro quotidiano. Tanto più quando si è medici e vicini alla sofferenza ed alla morte: eccola la parola terribile. Da più parti si cerca di capire quale sia l’atteggiamento migliore ed un importante contributo viene dall’articolo pubblicato su The International Journal of Clinical Practice. (link) Già il titolo è sintomatico provocatorio titolo dell’articolo “Mai dire morte? Se fallisce la cura, le parole del medico non devono fare altrettanto”. L’autore sostiene che la tendenza diffusa tra i medici di non menzionare mai la possibilità di morte del paziente sia sbagliata,  tanto più quando si tratta di dover affrontare una eventualità concreta. Secondo l’autore non si dovrebbe mai dire”la situazione è seria”, “molto critica”, “la prognosi è incerta” ma si dovrebbero utilizzare espressioni più dirette, quali “c’è la possibilità di morire durante il  ricovero”. Solo così si darebbe ai pazienti e ai familiari il tempo di accettare ciò che sta per venire. Si afferma anche che l’espressione”il paziente non reagisce alla cura” andrebbe evitata in quanto sembra di spostare la responsabilità sui pazienti, che non sarebbero abbastanza bravi da guarire e andrebbe preferita una frase tipo “abbiamo fatto il possibile, ma nonostante tutti i nostri sforzi, la cura non sta funzionando”. Scopo ultimo è quello di ammettere con umiltà i propri limiti e quelli della scienza stessa. Da medico a contatto quotidiano con il fine vita di persone spesso anziani e sofferenti convengo con la necessaria umiltà ma dubito che la proposta dell’autore che agisce in un’altra cultura, simile ma non uguale alla nostra, quella canadese possa essere applicata così semplicemente in Italia. Dire che la situazione è seria, molto critica e la prognosi è cattiva pone già i familiari e spesso il paziente in quella condizione di comprensione ed accettazione dell’inevitabile ed una dichiarazione più diretta, esplicita, inequivocabile potrebbe, come spesso è successo, scatenare reazioni, risentimenti, crisi ansiose e anche aggressioni e/o denunce.

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