Se in Europa si celebra l’Anno dell’Invecchiamento Attivo in America ci si preoccupa, e a ragione, di quello che è stato definito lo “tsunami d’argento“. La popolazione invecchia e le patologie correlate, in primis l’Alzheimer, pure. Già oggi sono 5 milioni gli americani ammalati con un costo stimato di circa 2.000 miliardi nei prossimi dieci anni. Per questo la US Against Alzheimer ha lanciato una campagna con l’ambizioso, forse utopistico, obiettivo di sconfiggere la malattia entro il 2025. Gli elementi chiave del piano comprendono la formazione degli operatori sanitari e dei caregivers. Quando le famiglie assumono il ruolo primario dell’assistenza la malattia comporta costi elevatissimi, soprattutto psicologici se si tiene conto che uno studio recente ha dimostrato che un terzo dei caregiver va incontro a depressione. Il piano permetterà inoltre di monitorare l’incidenza della malattia e istituire una banca dati nazionale. Il monitoraggio della prevalenza della malattia di Alzheimer consentirà di indirizzare le risorse in maniera più efficace. Uno degli aspetti più importanti del piano è quello di correggere le idee sbagliate circa la malattia, che può contribuire ad eliminare alcuni dei stigma che circonda il morbo di Alzheimer. Ma l’obiettivo più ambizioso è quello di eliminare l’Alzheimer in 13 anni. Per iniziare, il piano finanzia due studi clinici. Uno, di 8 milioni dollari, testerà l‘insulina spray nasale e l’altro è un programma di prevenzione che potrebbe rivelarsi efficace per individui geneticamente predisposti a sviluppare la malattia.
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