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La cultura della solidarietà

Le festività natalizie si presentano con un copione consolidato: cibo, regali e (non sempre) beneficenza. Tavole imbandite in maniera esagerata e, spesso, patologie da cibo. Pacchi, pacchetti e regali vari ad amici, parenti e conoscenti con corsa, da domani, al cambio. Qualcuno fa beneficenza, di solito per vari tipi di tumore o per bambini in Africa, così da pacificare la coscienza circa l’inutilità delle precedenti due attività. Ma sempre meno persone riescono a “recitare” questa situazione. Sempre più sono le persone povere, sole, che anche volendolo non potrebbero né saprebbero come affrontare il quotidiano. Gli esponenti più numerosi sono gli anziani. Di loro nessuno si occupa, nessuno parla. Non interessano, non sono veicoli di “vendita”, non acquistano. Laddove i bambini fanno tenerezza, i malati di tumore alimentano la speranza di guarigione, i poveri del terzo mondo mettono in pace la nostra coscienza, gli anziani ammalati ci impongono di riflettere su quanto di più ci spaventa: la morte. Quindi è facile, comodo, per certi aspetti “piacevole” rimuovere il problema. Sarebbe ora di cambiare atteggiamento, di imparare ad essere solidali a trecentosessanta gradi, di dedicarci a donare senza doversi aspettare nulla, in breve ad essere caritatevoli, nel senso compiuto del termine. Benevolenza, misericordia, disinteresse sono termini che contrastano con l’attuale organizzazione sociale. Ancor di più in un periodo di crisi. E che la situazione sia diffusa lo dimostra anche il fatto che a livello internazionale il problema è sentito, al punto che anche il segretario di stato alla salute inglese Jeremy Hunt ha lanciato un appello a non abbandonare gli anziani e, citando le nazioni asiatiche, ha invitato le famiglie ad assumersi maggiori responsabilità per i nonni e non lasciare la cura allo stato. Certo l’invito “puzza” di tentativo di smantellamento dello stato sociale motivate da problemi di bilancio ma resta il dato reale che milioni di anziani in Inghilterra hanno trascorso il Natale in triste solitudine. Tuttavia l’intervento del politico inglese, pubblicato su Daily Mail (link) , sembra essere sincero, ispirato dal fatto che avendo sposato una donna asiatica ne ha assimilato la cultura di rispetto agli anziani.  Adesso le parole dovrebbero tradursi in fatti.

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