Pubblicato su Brain un articolo (link) in cui si esamina la progressione della degenerazione nigrostriatale, sia per quanto riguarda la denervazione striatale che la perdita di neuroni melanina e tirosina idrossilasi nelle prime fasi del processo responsabile della malattia di Parkinson. Allo scopo sono stati esaminati i cervelli di 28 pazienti con malattia di Parkinson vari anni di malattia (da 1 a 27) confrontandoli con 9 soggetti di controllo anziani normali. Sono state esaminate sezioni del putamen post-commissurali e della pars compacta della substantia nigra trattati per la tirosina idrossilasi e il trasportatore della dopamina. Il putamen post-commessurale è stato scelta per la disponibilità dei tessuti e per il fatto che la perdita di dopamina in questa regione nella malattia di Parkinson è associata alla disabilità motoria. La perdita di dopamina era modesta ad 1 anno dalla diagnosi (un solo caso), era variabile a 3 anni. Dai 4 anni in poi era evidente una completa perdita della colorazione nel putamen dorsale. Nella pars compacta della substantia nigra era evidente una perdita di 50-90% di neuroni tirosina idrossilasi positivi. In tutti i casi erano riscontabili più neuroni contenenti melanina rispetto alle cellule tirosina idrossilasi-positivi. La perdita di marcatori dopaminergici nel putamen dorsale avviene rapidamente ed è virtualmente completo entro 4 anni dalla diagnosi. La perdita di neuroni della sostanza nera melanizzata ritarda rispetto alla perdita di marker della dopamina.
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2 risposte su “Il sistema nigrostriatale nel Parkinson”
Vorrei che mi chiarisse un dubbio; se è vero che i farmaci per la cura del Pk del tipo Sinemet, cioè quelli che devono aessere assunti lontano dai pasti per la completa e veloce passaggio dallo stomaco al tenue per un assorbimento otttimale e qui di la disponibiltà a livello ematoencefalica almeno entro mezz’ora dall’assunzione,non sipotrà mai avere un risultato desiderato se lo stomaco è iperacido, come spesso accade ai Parkinsoniani; lo stesso dopaminoagonista comporta effetti collaterali di disturbi allo stomaco; mi sono sentita proporre per aggirare l’ostacolo il domperidone; ma possibile che non si riesca ad andare oltre farmaco effetto colaterale+ farmaco + effetto collaterale ecc……..?io sto cercando di tenere a bada la questione con metodi naturali tipo del bicarbonato un po d krekera una fetta di aptata lessa acqau calda;a volte funziona a volte no; e la conce trazione di dopamina non si sa mai che terrra batte una volta troppa una volta troppo poca;per favore mi illumini!!!!!!!!grazie
Mi scusi se la mia domanda non è attinente all’articolo
Mi scuso per il ritardo nella risposta. Si l’apparato gastrointestinale è fondamentale per la farmacodinamica e farmacocinesia. Il domperidone aiuta molto e non determina ulteriori rinvii a farmaci con innesco della spirale da lei descritta. I rimedi utilizzati non sempre aiutano: dipende dalla persona, dagli altri cibi, dal farmaco, etc. Il difficile nella terapia del Parkinson è proprio questo, un ottimale stimolazione dopaminergica continua è il nostro obiettivo. Un consiglio semplice, ma purtroppo spesso disatteso (e qui le spiegazioni possibili sono tante), è quello di essere rigorosi nell’orario di assunzione dei farmaci. Ricordi che è preferibile assumere la levodopa lontano dai pasti, specie proteici, e i dopaminoagonisti a stomaco pieno. Continui a seguirmi, magari anche su http://www.neurosal.com o su http://www.motoperpetuo.info (anche se con quest’ultimo sto avendo problemi di gestione)