Tanto emerge da un articolo (link) pubblicato su Movement Disorders. E’ noto che i pazienti con malattia di Parkinson sviluppano spesso uno spettro di sintomi cognitivi che possono evolvere in demenza. I farmaci dopaminergici, sebbene migliorino i sintomi motori, possono esercitare effetti sia positivi che negativi sulle capacità cognitive, a seconda della gravità della malattia e dei compiti specifici. Il lavoro pubblicato passa in rassegna gli studi di neuroimaging che mostrano i correlati neurali delle modificazioni cognitive nelle varie fasi di malattia. PET, SPECT e risonanza magnetica funzionale stanno sempre più mostrando la loro utilità per identificare e monitorare nel tempo la compromissione di sistemi funzionali quali il circuito fronto striatale, quello prefrontale e gli altri finora non adeguatamente tenuti in considerazione.