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Neurologia

The dark side of the moon

Un farmaco per la leucemia attivo anche nel Parkinson.

Per molti Parkinson significa tremore, lentezza, distonie e quant’altro ha che fare con il movimento. La realtà è molto più complessa. Non meno importanti, talora addirittura predominanti i cosiddetti sintomi non motori che rappresentano ancora “la faccia nascosta della luna”. Talora precedono anche di anni la comparsa dei sintomi della malattia. Ansia, depressione, disturbi dell’olfatto, turbe del sonno i più frequenti. Nelle fase avanzate possono essere presenti psicosi, demenza, disturbo del controllo degli impulsi, disturbi neurovegetativi e disturbi sensitivi che spesso predominano rispetto ai “semplici” sintomi motori.

Gli sforzi attuali sono concentrati proprio su questi aspetti, molto disabilitanti. L’attenzione è focalizzata su alcuni aspetti quali la stimolazione dopaminergica continua ed i modi per ottenerla (chirurgia, formulazioni a lento rilascio, infusione continua), nonchè sui farmaci cosiddetti “disease modifying”, ovvero in grado di rallentare o arrestare l’evoluzione della malattia. E ancora, la dimostrazione scientifica del coinvolgimento di altri sistemi neurotrasmettitoriali diversi dalla dopamina sta aprendo la porta a nuovi approcci. Infine altre opzioni sembrano venire da terapie in uso per patologie di tutt’altra natura. Basti pensare ad un articolo appena pubblicato sul Journal of Neuroscience che dimostra l’efficacia di un farmaco utilizzato nella leucemia mieloide cronica. La sostanza impedirebbe la formazione di parkina bloccando, nei topi di laboratorio, l’enzima tirosina-kinasi cAbl.

2 risposte su “The dark side of the moon”

ciao
mio padre è malato di parkinson dal 2000, nel febbraio 2010 ha fatto la dbs (elettrodi nel cervello) ma i risultati non sono stati all’altezza delle sue, e nostre aspettative…
rimangono sempre tutti i sintomi dark side che molto bene evidenzi, soprattutto insonnia e una molto ben celata depressione….e che sono quelli che lo debilitano di più
cmq grazie per il tuo parlare di queste cose, fa molto bene
ciao

Non conosco tutti i dettagli del caso specifico ma posso dirti che, purtroppo, nessuna attuale strategia terapeutica è definitiva. La DBS spesso aiuta nel ridurre i movimenti involontari e il ricorso alla terapia farmacologica (in qualche caso si riesce anche ad eliminarla del tutto). Insonnia e depressione di solito non migliorano, anzi a volte la depressione può peggiorare (questo succedeva soprattutto in passato quando non si applicavano rigidi criteri di selezione e quando nel posizionamento degli elettrodi si andava troppo vicini ad una zona coinvolta nella depressione.

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