Ancora uno studio a sostegno dell’utilità della minociclina, questa volta nell’Alzheimer. La minociclina è una tetraciclina che attraversa la barriera emato-encefalica e che ha dimostrato avere significativi effetti neuroprotettivi in modelli sperimentali di ischemia cerebrale, trauma cranico, sclerosi laterale amiotrofica, malattia di Huntington e malattia di Parkinson. Nello studio pubblicato su Neuropsychopharmacology si è vista l’efficacia della minociclina nell’attenuare i fenomeni di fosforilazione in modelli sperimentali di malattia di Alzheimer. In ratti in cui è stato infuso il peptide 1-42 della beta amiloide e trattati con l’antibiotico si è vista la riduzione del deficit di apprendimento e di memoria. La prospettiva attuale è che, se è vero che la minociclina riesce ad inibire la iperfosforilazione che a sua volta determina la formazione delle placche amiloidi, l’utilizzo nell’umano potrà quanto meno bloccare l’evoluzione della malattia.
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