Da cinquant’anni La banalità del male (Hannah Arendt, Feltrinelli) è un saggio che lascia ancora aperte e laceranti questioni essenziali. Il Male che appare “banale” è il peggiore di tutti proprio perchè scaturisce da persone banali, ordinarie, in sostanza da ognuno di noi. Basta obbedire in maniera acritica ad un ordine gerarchico. E che la coscienza di ognuno di noi potrebbe essere narcotizzata in circostanze analoghe lo dimostra anche il fatto che il fim Hannah Arendt, sulla filosofa tedesca autrice del libro, è rimasto nelle sale solo due giorni. Più rimozione di così è difficile immaginare.