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teatro

ITIS Galilei

E’ arrivato anche a Salerno il lungo monologo di Marco Paolini su Galilei, antesignano della modernità e dei grandi limiti posti allo sviluppo della scienza dal pregiudizio. Interessante la messa in scena: un grembiule da calzolaio a rappresentare la materialità della scienza, un pendolo realizzato da una lunga catena con al termine quella che sembra una mina e sulla quale Paolini alla fine si siede per la lettura di un brano di Giordano Bruno, cui andò peggio di Galileo. Ma prima c’è il nucleo più significativo dello spettacolo: “Scienza non produce coscienza. Galilei ha ridimensionato la verità, ha dato dignità al dubbio, ha tolto l’errore dalla sfera del diavolo per ridarla all’umano. Le idee quando scadono, dopo fan sempre ridere. La scienza non è democratica. Cambiare idea può essere rivoluzionario. Ogni tanto le idee invecchiano e ti accorgi che non bastano per il futuro, andiamo in crisi, che si fa?. O eserciti un ragionevole dubbio su quello che pensavi o ti affidi ai maghi. Non c’è un solo modo di pensare, non c’è un solo modo di immaginare”. Scienza, magia, religione. La confusione continua, ma così va la vita. Tutti verso l’entropia, come Stranamore sulla bomba atomica, come Paolini sulla mina.

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