Pubblicato su Jama Neurology un articolo (link) che analizza quali siano gli elementi predittivi degli esiti nello stato epilettico (SE) refrattario, condizione critica, convulsiva o non convulsiva, che non risponde alle terapia di prima e seconda scelta. Allo scopo sono stati analizzati retrospettivamente i dati demografici, i risultati e i fattori prognostici relativi a 63 episodi in 54 pazienti ricoverati tra il 1 gennaio 1999 e il 30 agosto 2011. Sono stati esclusi i pazienti con meno di 18 anni, gli stati epilettici anossico/mioclonica, quelli psicogene, quelli parziali semplici quelli con assenza. In 55 casi (87,3%) sono stati utilizzati gli anestetici, il coma farmacologico durava in media 11 giorni, la mortalità ospedaliera è stata del 31,75% (20 episodi). Scarso risultato funzionale alla dimissione si è verificato in 48 dei 63 episodi (76,19%). La degenza in ospedale è stata in media di 27,7 giorni. Uno scarso risultato funzionale è stato assodato a durata del coma farmacologico (P=.03), aritmie che richiedono l’intervento (P=.01), e polmonite (P=.01). Una prolungata ventilazione meccanica è stata associata con la mortalità (P=.04). Il controllo delle crisi senza riscontro erg di burst-suppression o tracciato isoelettrico predice un buon recupero funzionale (P=.01). L’età, la storia di epilessia, un precedente SE, il tipo di SE, e anestetico usato non sono stati associati con risultato funzionale.
In conclusione tre quarti dei pazienti con SE refrattario hanno una prognosi peggiore.